26 novembre 2010

Saluto alla comunità

Cavriago – Chiesa di San Terenziano – Domenica 21 novembre 2010 Celebrazione eucaristica per il mio ingresso in parrocchia
Saluto alla comunità dopo la comunione.


Saluto fraternamente il vescovo Caprioli che ha voluto presiedere questa celebrazione.

Saluto i confratelli convenuti: vi ringrazio per la vostra preghiera e amicizia.


Saluto voi tutti, fedeli delle parrocchie di San Nicolò e San Terenziano: vi stringo in un abbraccio di amicizia e di affetto.


Il mio pensiero va a tutti quelli che, forzatamente, non hanno potuto essere presenti anziani, ammalati, ospiti della Casa della Carità, di Villa Ilva, della Casa protetta, persone che vivono il disagio della solitudine o l’amarezza che deriva dal cumulo di ogni genere di difficoltà: il Signore porti a tutti consolazione e conforto nel corpo e nello spirito.


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Saluto tutti i cittadini di Cavriago: quelli che dicono di non essere credenti come quelli che professano un’altra religione, quelli che guardano alla Chiesa con distacco, pur aspettandosi da essa una coerente testimonianza di fede vissuta, come quelli che la ignorano, o perché non la conoscono o perché la giudicano irrilevante, se non addirittura dannosa, nel contesto della vita delle persone. La nostra presenza vuol essere per tutti un messaggio di pace.


Saluto i tanti amici di altre parrocchie, primi fra tutti gli amici di Rubiera, Corticella e San Donnino di Liguria che vedo, numerosissimi, presenti in questa straordinaria assemblea liturgica: grazie per aver voluto accompagnarmi e manifestare così il vostro affetto che non mi avete mai fatto mancare nei quindici anni in cui sono stato con voi. Conto molto sulle vostre preghiere, mentre rinnovo verso di voi la mia gratitudine e la promessa che vi ricorderò nella preghiera con lo stesso affetto con cui da oggi pregherò quotidianamente per
tutti quelli che vivono in questo paese.

Ai saluti desidero far seguire immediatamente il mio ringraziamento per tutti voi.


Ringrazio don Andrea, che ritrovo come collaboratore dopo dieci anni, per il lavoro svolto in questi giorni di vacanza della parrocchia e per la preziosa collaborazione che continuerà come vice-parroco. Ringrazio il rappresentante del consiglio pastorale che, a nome di tutta la comunità, si è rivolto a me con parole di accoglienza e di amicizia. Ringrazio quanti hanno preparato questo appuntamento nei diversi aspetti liturgici e logistici. Ringrazio i giovani, i catechisti, il gruppo famiglie e tutti coloro che, avendo accolto il mio invito, hanno camminato con me dalla
chiesa di san Nicolò a questa di san Terenziano: abbiamo già messo in pratica quello che una comunità cristiana deve imparare a fare, “camminare insieme”. Ringrazio quanti, senza far rumore, hanno pregato e offerto la loro vita quotidiana, qui e in altre comunità, in vista di questa giornata e dei giorni che verranno. In particolare vorrei ricordare, oggi 21 novembre, indicato dalla chiesa come giorno per la preghiera e per il sostegno di tutte le comunità claustrali dedite alla preghiera, le comunità monastiche delle Clarisse Cappuccine di Correggio e di Lagrimone, la comunità monastica delle Carmelitane Scalze di Montegibbio-Sassuolo, la comunità monastica delle Serve di Maria di Montecchio e la comunità monastica delle Benedettine di Isola San Giulio, presso la quale vive la sua consacrazione al Signore, la rubierese suor Maria Emmanuel: alla loro preghiera quotidiana affido il cammino delle nostre parrocchie.

A tutti dico grazie e rivolgo un invito: continuate a pregare e a collaborare, diventando sempre più protagonisti nella vita delle nostre comunità parrocchiali, vivendo l’apostolato nel ruolo che è vostro come fedeli laici e secondo i doni che lo Spirito santo ha messo nel cuore e nella vita di ognuno di voi.


E, ora, permettete una parola su quel che oggi accade nella mia vita e, di conseguenza, sulla vita della comunità.


Il primo dato certo è che sono stato chiamato e mandato a far parte di questa comunità: pertanto, vivrò con voi, non come un privato cittadino, ma come pastore di questa porzione del popolo di Dio.


Il secondo dato certo è che da oggi siamo chiamati a
“camminare insieme”, non senza una meta e non senza una guida. La meta è comune a tutti i cristiani, a ogni comunità cristiana, e non cambia con il cambio del parroco: la santità personale, cioè la nostra unione con Gesù, e la comunione, cioè l’unità fra noi, come bene irrinunciabile, per cui il nostro Signore ha sacrificato la vita, ha pregato e, sempre vivo, continua a intercedere. La guida è Gesù Maestro, il suo Vangelo e il suo esempio di vita. La forza del cammino ci viene dallo Spirito Santo che arriva a noi attraverso i Sacramenti, la Parola, letta ascoltata e meditata, la preghiera, personale e comunitaria, e la carità vissuta e praticata.

Il terzo dato certo è che
il nostro “camminare insieme” verso la santità e la comunione, non ci estranierà dalla realtà e non ci rinchiuderà in un isolamento, per altro impossibile nella concretezza della vita quotidiana. Viviamo, infatti, vicino a ogni persona che vive in questo paese. Non perderemo mai di vista la meta del nostro cammino, santità e comunione, ma non perderemo mai di vista i fratelli e le sorelle che la provvidenza divina ci fa incontrare e vicino ai quali ci ha messi. Pronti, dunque, a collaborare con ogni uomo di buona volontà per dare un volto più umano a questa nostra società, ma umilmente radicati nella consapevolezza che la santità della vita e la comunione possono offrire a questo nostro mondo una nuova prospettiva di vita e una speranza meno effimera e più duratura. Santi e uniti, perché così ci vuole il Signore ma santi e uniti perché nella santità personale e nella comunione sta il segreto della nostra felicità e del contributo cristiano, originale e veramente rivoluzionario, per una società rinnovata, costruita da uomini nuovi, su basi solide e non ideologiche, essendo il Vangelo di Gesù la forza di rinnovamento per ogni uomo che lo accolga con fiducia e lo viva con generosità.

Camminiamo insieme,
mettendo mano alla nostra vita di fede e di testimonianza cristiana. Sull’esempio di Maria, madre di Gesù e madre nostra, che oggi ricordiamo con il titolo di “Virgo fidelis”. Essa “brilla innanzi al peregrinante Popolo di Dio quale segno di sicura speranza e consolazione, fino a quando non verrà il giorno del Signore (cfr 2 Pietro 3,10) ” (LG 68) e, fiduciosi, la invochiamo affinché “Essa, che con le sue preghiere aiutò le primizie della Chiesa, anche ora in cielo esaltata sopra tutti i beati e gli angeli, nella Comunione dei Santi, interceda presso il Figlio suo” (LG 69) per noi. Camminiamo insieme sull’esempio di san Giovanni Battista, il precursore, che di se stesso, con riferimento a Gesù, ha detto “Egli deve crescere e io invece diminuire” (Giovanni 3,30). Camminiamo insieme sull’esempio di san Prospero, patrono della nostra diocesi, di san Nicolò, di san Terenziano e di tutti i santi che la grazia della Spirito santa ha suscitato e suscita nella Chiesa per il bene di tutta l’umanità.

Nessuno si spaventi! Apriamo il nostro cuore a Gesù! La misericordia del Signore è più grande delle nostre fragilità e del nostro peccato.
Camminiamo insieme: se cadiamo, il Signore ci rialza; se le incomprensioni ci rattristano, il Signore ci incoraggia; se le avversità ci impauriscono, il Signore non ci abbandona ma sempre ci viene incontro per rinnovare e consolidare quel rapporto di amicizia che egli vuole costruire insieme con noi per fare di noi uomini nuovi, uomini di comunione. “Dio onnipotente ed eterno, che hai voluto rinnovare tutte le cose in Cristo tuo Figlio, Re dell’Universo, fa che ogni creatura, libera dalla schiavitù del peccato, ti serva e ti lodi senza fine” (colletta della solennità di Cristo Re dell’universo).

Ho preparato un segno, come ricordo di questo nostro primo incontro. È un santino raffigurante la Beata Vergine Maria che, nella data odierna, 21 novembre, la liturgia ricorda nella memoria della sua Presentazione al tempio e san Giovanni Battista, cui è intitolata l’Unità pastorale formata dalle due parrocchie, san Nicolò e san Terenziano, sul territorio della quale sorge una bella chiesetta a lui dedicata e tanto cara a tutti i cavriaghesi. Sul retro ho fatto stampare una frase di Madre Teresa di Calcutta che la chiesa ha proclamato beata cinque anni fa: “Fare piccole
cose ma con grande amore”. Grazie.

Don Claudio Gonzaga


1 commento:

carla ha detto...

abbiamo riletto con piacere i discorsi di domenica 21 nella vostra Cavriago e Vi assicuro che la bella accoglienza che abbiamo visto fare a Don Claudio ha contribuito anche a rasserenare noi che da Rubiera lo abbiamo visto andarsene.
entrerà a far parte della vostra vita in punta di piedi, come è nel suo stile e, in men che non si dica, diventerà per voi un sicuro punto di riferimento, vi ascolterà e vi guiderà senza farvi mai mancare una parola ed un sorriso rassicurante in qualsiasi situazione.
grazie quindi per l'accoglienza che gli avere riservato ma anche per il sostegno che siamo sicuri non gli farete mai mancare !